Ad ottobre 2019 l’ISTAT ha pubblicato il risultato della ricerca condotta sui bambini italiani nel periodo 2017 – 2018. All’interno di una comparazione a livello europeo, il nostro paese viene bacchettato per il livello di obesità infantile che vede l’Italia, con un tasso del 18%, seguire al secondo posto Cipro (20%), a pari merito con la Spagna. Un’obesità che ancora in Italia risulta anche specchio di una differenza culturale fra nord e sud.

L’eccesso di peso tra i minori aumenta significativamente passando da Nord dove risiedono il 18,8% dei minori obesi a nord- ovest ed il 22,5% del Nord Est, passando per il centro ed isole, con una percentuale del 29,9% e per terminare con il 32,7% del sud. Le regioni in cui si registrano le percentuali più elevate sono la Campania con il 35,4%, la Calabria (33,8%), Sicilia (32,5%) e Molise (31,8%). Percentuali sorprendenti soprattutto se rapportate alla densità abitativa delle regioni prese in esame.

Che al sud Italia si mangi (molto) bene, è cosa risaputa, ma la domanda che ci si pone è: il fulcro del problema è ascrivibile solo ad un elemento culturale?

Cosa mangiano i nostri bambini?

Negli ultimi venti anni si è assistito ad un fenomeno preoccupante che ha visto il nostro palato come protagonista inconsapevole. Difatti i cibi confezionati lavorati e semilavorati di cui facciamo largo uso, soprattutto per quanto riguarda i bambini, per avere un gusto che sia sempre accattivante ma soprattutto, identico e riconoscibile, abbondano di aromi capaci di irretire i nostri palati.

Solo negli ultimi anni, soprattutto partendo da Regolamenti europei, si è iniziato a puntare i riflettori su questo elemento, spesso sottovalutato dell’etichetta di un prodotto. L’aroma più utilizzato dalla grande distribuzione è quello sintetico, ossia prodotto in laboratorio potenziando ed irrobustendo il gusto dell’elemento naturale che viene riprodotto.

L’effetto è quello che, a forza di abituare il nostro senso del gusto, ma soprattutto quello dei nostri bambini, ad un sapore prodotto in laboratorio, la nostra percezione del salato e del dolce si è spostata. Il nostro cervello quindi ha bisogno di sempre più sapore, sempre più sale e sempre più zucchero.

I prodotti maggiori indiziati sono soprattutto succhi di frutta, gelati, biscotti, patatine e snack salati: quei prodotti che per loro natura attraggono come consumatori, appunto, i più giovani.

Si deve però sottolineare che la tendenza riguardo l’uso di aromi negli alimenti sta cambiando. Innanzi tutto il Legislatore europeo ha stabilito che a partire dal 2021 nei prodotti biologici potranno essere utilizzati solamente aromi biologici che hanno quale caratteristica quella di avere una filiera completamente tracciata, sia nell’origine dei prodotti che nella sua produzione, il cui risultato è un aroma in linea con il sapore proprio dell’alimento naturale di origine vegetale o animale da cui è estratto.

Inoltre l’Italia non si fa trovare impreparata dalla novella normativa, potendo vantare già da molti anni aziende come la New Flavours che hanno un settore di ricerca e sviluppo completamente dedicato agli aromi biologici.

Lo stile di vita: che genitori siamo?

Lo stile di vita dei bambini infra diciassettenni è strettamente connesso all’educazione e all’esempio che diamo come genitori. La ricerca ISTAT ha evidenziato infatti come il consumo di frutta da parte dei nostri figli sia direttamente proporzionale al titolo di studio in famiglia. Questo ad indicare come una maggiore consapevolezza debba essere infusa, prima che nei bambini, nella famiglia.

Allo stesso modo la ricerca citata evidenzia come poco più della metà dei bambini e ragazzi compiano uno sport con continuità (52,5%) arrivando alla soglia del 59,4% considerando anche la quota di ragazzi che compiono attività fisica saltuariamente.

Anche in questo caso il problema viene rinvenuto in famiglia, dove anche semplicemente la difficoltà di riuscire a conciliare un’attività sportiva con le esigenze lavorative diventa un ostacolo che passa dal micro al macro, andando a coinvolgere quelle che sono le nostre dinamiche sociali e scolastiche che non sanno sopperire alla famiglia dove questa non riesca ad organizzarsi.

Cosa fare?

Il problema dell’obesità deve essere affrontato il prima possibile, per evitare che le cattive abitudini, alimentari e di movimento, si trasmettano anche all’adulto che è già dentro i nostri figli.

Il primo punto è certamente quello di mangiare meglio. Sostituire il più possibile i cibi confezionati con frutta e verdura freschi (sì, anche verdura: una carota, può sembrare assurdo, ma è uno snack!) e scegliere quanto più possibile i cibi confezionati stando attenti all’etichetta, preferendo ove possibile quelli che presentano la dicitura aromi naturali biologici o in alternativa quelli aromi naturali di… con la dicitura del prodotto naturale da cui sono estratti, per avere la certezza della naturalità del sapore di quello che state per mangiare ma, soprattutto, che state per dare ai vostri figli.

Il secondo punto è quello che ci costa maggiore sforzo: alzarsi dalla sedia, spegnere ogni impegno ed andare fuori!

Categorie: Salute

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