Buffa, divertente, intelligente e curiosa: ecco definita in quattro parole una scimmia. Questi animali, tanto simili all’uomo che in molte occasioni sembrano addirittura riuscire a comprenderne comportamenti e stati d’animo, sono presenti sul globo in una grande varietà di specie e razze non sempre conosciute a tutti. Ad esempio: mai sentito parlare della scimmia cappuccino?
Dove vivono le scimmie cappuccino?
Se non ne avete mai sentito parlare o non ne avete mai vista una siete in parte giustificabili: questi simpatici animaletti infatti vivono tra l’America Centrale ed i paesi più settentrionali dell’America Latina. Il loro habitat naturale è la foresta tropicale: capito perché non possiamo sperare di vederne una se non allo zoo?
Di questa particolare specie di scimmie esistono molti esemplari ed altrettante sottorazze. Ciò che accomuna tutti questi esserini è il comportamento dispettoso e l’indole curiosa come non mai. Sebbene in generale si possa affermare che l’animale non sia mai stato dichiarato a rischio di estinzione, è però dolorosamente doveroso informare chi legge che tanto la scimmia cappuccino quanto alcuni suoi parenti prossimi (cebo a petto giallo su tutti) corrono purtroppo il rischio di sparire dalla faccia della terra.
Cacciatori e bracconieri, nonostante l’indole non proprio mansueta di queste bestiole, sempre più spesso infatti catturano degli esemplari per rivenderli poi sul mercato nero. Tale traffico sembra diventare di giorno in giorno più remunerativo, nonostante molte leggi nazionali e non impediscano di tenere in casa una scimmia o di viaggiare con questi animali al seguito.
Altro fattore che purtroppo influisce, anche se indirettamente, con la salvaguardia della specie è la deforestazione indiscriminata a cui le aree del centro-sud americano stanno andando incontro a passi da gigante. Riducendosi sempre più gli spazi a disposizione delle scimmie cappuccino, questi animali si trovano a dover far fronte al rischio di registrare prima o poi una massiccia decimazione della popolazione.
Infine a minacciare ulteriormente questi piccoli esseri contribuisce anche il cinema. Come? Semplicemente procurandosi, non si sa con quali mezzi e grazie a quali canali, dei cuccioli di scimmia cappuccino da addestrare per poi calcare le scene. Oltre a venire privati della possibilità di vivere una vita normale, questi animaletti destinati al jet-set vengono in genere catturati quando sono ancora dei cuccioli o addirittura appena nati, esponendoli quindi al rischio di non sopravvivere perché ancora bisognosi delle cure e delle attenzioni della mamma.
Identikit della scimmia cappuccino: caratteristiche e comportamenti
Adesso però smettiamo di parlare di cose tristi e approfondiamo invece l’argomento che più ci interessa: quali sono le caratteristiche di una scimmia cappuccino? Che tipo di indole ha?
Per tracciare un identikit di questo animale basta sapere che in genere si tratta di piccoli esemplari (40-45 cm di lunghezza al massimo) dal pelo folto e nero su cui spuntano dispettosi dei ciuffetti chiari. Da qui l’idea del cappuccino (inteso non come caffè, bensì come ordine monastico: è un po’ questo l’abbinamento di colori che contraddistingue infatti il saio dei frati cappuccini). Questi esemplari hanno la coda prensile e sensibilissima: in pratica è come se la natura li avesse dotati di una quinta zampa.
Nella categoria rientrano tre diverse sottospecie di scimmia cappuccino: il cebo cappuccino, ossia quello appena descritto, il cebo dai cornetti, la specie più numerosa distintasi dall’altra per i colori marroncino e bianco dei suoi peli, e la scimmia cappuccino Azara, molto simile alla precedente ma dotata di una peluria ben più pronunciata.
Quale che sia la sottospecie di appartenenza, queste scimmie amano vivere in branco e si nutrono praticamente di qualsiasi cosa gli capiti a tiro: frutta, carne, foglie, ecc.
Gli occhietti vispi e curiosi rivelano poi una spiccata intelligenza: l’animale, non a caso, è considerato il più ingegnoso tra i primati di media taglia. Come dimostra queste sue doti intellettuali? Utilizzando in maniera creativa tutto ciò che la natura gli offre: ad esempio le scimmie cappuccino sono solite usare sassi di dimensioni diverse per spaccare le noci. Il loro comportamento, ormai è stato appurato, non è per niente casuale: molti studiosi hanno infatti osservato che questi animali non soltanto hanno fatto di rocce e pietre il loro schiaccianoci abituale, ma insegnano puntualmente ai cuccioli i trucchi del mestiere.
Non siete ancora convinti dell’intelligenza di queste bestiole? Bene, per cambiare idea vi basti pensare che in presenza di una cipolla, questi animali afferrano l’ortaggio e lo sfregano sul corpo di altri esemplari. Perché? Semplicemente perché così facendo proteggono la comunità dal pericolo di attirare parassiti e zanzare. La cipolla infatti emana un odore repellente non solo per molti umani, ma anche per alcuni fastidiosi insetti che popolano le foreste americane.
Ma non finisce qui. Questa pratica, diffusissima in tutte le comunità, aiuta i simpatici animali a rinsaldare i legami all’interno del branco: tutti sanno di vivere insomma tra individui socievoli e compassionevoli (e forse con un senso civico che in molti momenti supera quello degli esseri umani).
Inoltre, per quanto flessibile, la scimmia cappuccino non riuscirebbe da sola a lavare, per così dire, tutto il suo corpo: l’aiuto degli altri è quindi indispensabile.
Tale pratica infine rasserena e rende felici questi animaletti (un po’ come noi esseri umani dovremmo gioire di un bel bagno caldo dopo un’interminabile giornata di lavoro: noi utilizziamo sapone e sali profumanti, loro cipolle, ma il concetto di fondo è lo stesso) e non mancano di manifestare questa loro sensazione urlando letteralmente di gioia. Continuate ancora a definirli semplici animali?
